Cuando seamos dos seremos vigilia y sueño
profundizaremos en la misma pulpa
como el diente de leche y su siguiente,
seremos dos como son las aguas, dulces y saladas,
como los cielos, del día y de la noche,
como los pies, los ojos, los riñones,
como los tiempos del pálpito
los golpes del respiro.
Cuando seamos dos no tendremos mitad
seremos dos que no se podrán dividir en nada.
Cuando seamos dos, ninguno será uno,
uno será igual que ninguno
y la unidad consistirá en ser dos.
Cuando seamos dos
cambiará el nombre del universo
y será diferente.
Due
Quando saremo
due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso.
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l'uguale di nessuno
e l'unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l'universo
diventerà diverso.
MAMÁ
Dentro de ti fui yema, huevo, pez,
las eras infinitas de la tierra
atravesé tu placenta,
fuera de ti me conté en días.
Dentro de ti pasé de célula a esqueleto,
un millón de veces me hice grande,
fuera de ti el crecimiento ha sido inmensamente menor.
Salí del cascarón de tu plenitud
sin dejarte vacía porque el vacío
lo llevé conmigo.
Vine desnudo, me cubriste,
así aprendí desnudez y pudor
la leche y su ausencia.
Me pusiste en la boca todas las palabras
a cucharaditas, salvo una: mamá.
Ésta la inventa el hijo moviendo los labios
ésta la enseña el hijo.
De ti tomé las voces de mi tierra,
las canciones, las injurias, los conjuros,
de ti escuché el primer libro
tras la fiebre de la escarlatina.
Te ayudé a vomitar, a freír las pizzas,
a escribir una carta, a encender un fuego,
a terminar los crucigramas, te derramé el vino
y manché la mesa,
no he puesto un nieto en tu regazo
no te he hecho llamar a una prisión
no todavía,
de ti aprendí el luto y la hora de terminarlo,
a tu padre me parezco, a tu hermano,
no he sido hijo.
Tengo tus ojos claros.
No su peso.
A ti te lo he escondido todo.
He prometido quemar tu cuerpo
y no darlo a la tierra. Te daré al fuego
hermano volcán que nos orientaba el sueño.
Te esparciré en el aire después del aguacero
en la hora del arco iris
que te hacía abrir de par en par los ojos.
Mamma
In te
sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.
In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.
Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.
Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.
Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
Non il loro peso
A te ho nascosto tutto.
Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello vulcano che ci orientava il sonno.
Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
all’ora dell’arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.
In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.
Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.
Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.
Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
Non il loro peso
A te ho nascosto tutto.
Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello vulcano che ci orientava il sonno.
Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
all’ora dell’arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.
Traducción: Cristina Carrasco
Imagen: Erri de Luca